lunedì 29 novembre 1999

psico-changing e auto-compulsione inconscia







Mi piace cominciare questo breve intervento citando il nome di una

scrittrice e poetessa nobel nel 1996 che si chiama Wislawa Szymborska

che amo molto assieme a Cioran.

La Szymborska utilizza espedienti retorici quali l'ironia, il paradosso,

la metafora per illustrare temi filosofici e le ossessioni sottostanti.

Le sue poesie evocano ampi enigmi esistenziali e toccano argomenti etici.





In campo psicologico ci si è sempre posto il quesito se l'insight fosse

necessario o meno, non dimenticando, cosa non trascurabile, che il

raggiungimento di questa ridefinizione o intuizione possa richiedere

molto tempo.


E se non fosse necessario andare a scavare nel passato per rimuginarlo

di continuo, senza fine? Nel passato non c'è nulla che si possa cambiare.

Si vive l'oggi, il domani, la settimana ventura, il mese venturo, speriamo

l'anno venturo e si va avanti così, chiedendosi cosa c è dietro il prossimo

angolo e godendosi la vita mentre si va avanti.

Secondo il sottoscritto sarebbe più adatto nella vita di tutti i giorni, per la

nostra salute e stabilità psichica non scordarsi che bisogna essere flessibili,

avere il senso dell'umorismo nei riguardi di se stesso e del mondo ed infine

guardare sempre al futuro. Ecco perchè spesso basterebbe poco,

una intuizione et voilà trovata la soluzione.

Piccoli passi...riescono a far ottenere grandi effetti , proprio come scrivo

da tempo, la palla di neve che rotolando diventa una valanga inarrestabile.

Molte persone vivono nel timore continuo di poter commettere degli errori

e spesso sia il numero quanto la gravità dei loro errori non supera mai

quelli degli altri.Malgrado questo sia ai loro occhi palese non riescono a

mitigare nemmeno per poco la loro ansia e angoscia.

Vi racconto una storia da intendersi sia al maschile che al femminile:

Una donna molto intelligente ed abituata a prendere da sola le proprie

decisioni nel campo lavorativo, da tempo incominciò ad incontrare difficoltà

con uno dei suoi superiori.

Il suo operare in maniera individuale, sicuro e aggressivo irritava e

rendeva teso non poco questo suo dirigente il quale non perdeva tempo di

umiliarla soprattutto davanti a tutti gli altri colleghi.Lei ovviamente era molto

offesa e di conseguenza lo trattava con distacco ed un sussieguo ancora più

accentuati con il risultato che l'uomo inaspriva di più le sue reazioni.

In questi casi il passo dal licenziamento o le dimissioni è davvero breve

per la insostenibilità della situazione-gioco.

Risulta chiaro che è necessario spezzare questo gioco perverso pena la

perdita del lavoro e il disagio psichico che ne conseguirebbe sarebbe

disastroso. In questi casi bisogna agire sulla realtà e l'immagine che ha la

persona che ci sta di fronte in questo caso il superiore.

Il cambiamento del comportamento può avvenire solo se si effettui una

comunicazione non verbale che arrivi alla parte destra del cervello dell'uomo

ricordando che i canali della comunicazione umana sono molteplici

e assai sottili. La tecnica paradossale e inaspettata è quella di aspettare la

prossima scenata è reagire guardandolo negli occhi dicendo come

imbarazzata: "signor X è da tanto tempo che volevo dirglielo ma non sono

mai riuscita a trovare le parole. Lo so è una follia...ma devo dirglielo..

quando lei mi tratta in quella maniera..io mi sento rimescolare tutta.

Un turbamento continuo mi pervade e che non so spiegarmi...lo so

che è una follia ma non riesco a trattenerlo. Può darsi che lei mi ricordi

mio padre....Finita questa recita è bene allontanarsi alla svelta senza

dargli il tempo di dire nemmeno una parola.

E se a partire dal giorno successivo il comportamento del suo superiore

diventasse come per incanto più conciliante ed educato cosa diremmo noi?

Magia!!!!



Alla prossima e continuate pure a scrivere descrivendoci i vostri

disagi e problemi.



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