lunedì 29 novembre 1999

Il silenzio della solitudine assordante..


Amo molto le introduzioni prima di iniziare qualsiasi

discorso di fronte ad un pubblico, fra amici oppure

in occasione delle mini conferenze che virtualmente

offro assieme al Team in Skype.Esse danno un

senso di familiare di appartenenza che molto

rallegrano l'animo.Queste parole per ringraziare

sempre le persone che il venerdì sera decidono di

trascorrerlo assieme ad altri che amano dialogare e

mettersi in discussione amichevolmente e impegnare

alcune ore del loro tempo a relazionarsi ma anche

ad ascoltare mentre il tempo trascorre senza

accorgersene....questo è uno dei tanti modi del

quale amo servirmi di questo strumento del web.

A voi tutti...Grazie.

D.C.

Mi è capitato fra le mani un libercolo di un grande

pensatore indiano che conosco almeno per il suo

pensiero da vent' anni circa e che risponde al nome

di Krishnamurti.Egli in questo saggio dissertava alla

sua maniera su una parola molte volte usata da noi

occidentali solo per indicarne il senso negativo e

quindi ne ho pensato di farne un post.

Quando riusciremo a guardarla dritta negli occhi,

ci accorgeremo che la solitudine è l'angolo tutto per noi

che abbiamo sempre cercato, il luogo dove rifugiarci

per trovare la nostra isola di pace: il porto sicuro per

una relazione più convinta e rispettosa con noi stessi,

capace di rivelarci che il mondo, quando lo vorremo

incontrare, è lì ad aspettarci e ad accoglierci".

Solitudine è una parola che porta in sè un'idea di vuoto,

di dolore, di abbandono e degli altri sentimenti negativi

in cui ci siamo imbattuti, e che magari ci è capitato di

sperimentare. Tutto quello detto prima è stato etichettato

da questa sola parola:solitudine. E' la denominazione di

una sensazione che le dà una continua forza

( il senso è simile all'episodio vissuto dalla lettrice

siciliana che vive a londra, alla quale tempo fa le dedicai

un articolo),perchè nel momento stesso in cui diamo un

nome a ciò che chiamiamo paura,noi la rafforziamo.

Ma se riuscissimo ad osservarla e viverla questa

sensazione senza connotarla,cioè senza etichettarla,

allora ci accorgeremmo che essa avvizzirebbe.

Lo stare soli, rappresenta il luogo dove possono

crescere buoni frutti ed inoltre sarà in grado di riservarci

delle belle sorprese.Dobbiamo dare a questi frangenti,

a queste situazioni, il nome giusto affinchè ci permetta

di vivere con maggiore pienezza e consapevolezza.

Se sapremo usarla con sufficiente serenità e bene in noi

stessi, essa ci rispetterà e terrà buona compagnia.

Se sapremo individuarla e collocarla al punto giusto,

vedrete che ci indicherà non solo una prospettiva diversa

di un certo momento delle nostre giornate, ma ne riassumerà

i veri significati ed i suoi progetti per noi.

Vedremo quindi che i simboli dolorosi che tante volte

abbiamo evocato usando il termine "solitudine" verranno

sostituiti da altri ben più positivi, specie se useremo dire

" un tempo per me" oppure " buon ritiro, creatività, silenzio,

contemplazione un angolo tutto per me", o altro ancora che

ci sembri utile a segnalarci una nuova funzione per la

nostra vita. Concludendo vi dico che solo attraversando

questo territorio.. avremo l'opportunità di cogliere un

grande patrimonio tutto nostro,che stando da soli potremo

riscoprire appieno.

Con affetto Davide


4 commenti:

  1. ah ecco ho letto ora mi sembrava jiddu :-)

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  2. Se sapremo usarla con sufficiente serenità e bene in noi
    stessi, essa ci rispetterà e terrà buona compagnia.

    ci rispetterà e ci mostrerà chi merita la nostra compagnia

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  3. la solitudine e' la "meraviglia" di ciascuno di noi se solo la consideriamo preziosa e vitale.
    carinamente,marilena

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